Chi non
conosce l'amore di Dante per Beatrice, l'amore piu'
famoso della letteratura italiana sbocciato a Firenze
negli ultimi decenni del Duecento? Un amore cantato da
Dante secondo quel raffinatissimo galateo amoroso del
Dolce Stil Novo come in questo celebre sonetto dove un
episodio di vita quotidiana, ambientato per le strade di
una Firenze medievale, si trasfigura presto in
apparizione ultraterrena, non piu' donna ma angelo,
Beatrice diventa la prova dell'esistenza di Dio,
autentico miracolo in terra (...e par che sia una cosa
venuta da cielo in terra a miracol mostrare).
Unico fra i cinque sensi capace di cogliere lo
spettacolo offerto da questa apparizione celeste e' la
vista: la bellezza, la nobilta', l'umilta' della donna
sono tali che gli spettatori restano ammutoliti. In una
simile atmosfera incantata risulta evidente che l'amore
di Dante per Beatrice altro non e' che un mezzo di
elevazione spirituale. La donna, priva di connotati
fisici e di attributi terreni, diviene il tramite per
raggiungere Dio. E' evidente che il sonetto e' intriso
di profonda religiosita' in quanto in tal modo, Dante e
gli stilnovisti conciliano l'amore terreno con quello
divino.
Tanto gentil e tanto onesta pare
la donna mia quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l'ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umilta' vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi si' piacente a chi la mira,
che da' per li occhi una dolcezza al core,
che 'ntender non la puo' chi no la prova;
e par che de la sua labbia si mova
uno spirito soave pien d'amore,
che va dicendo a l'anima: Sospira.
(Dante Alighieri da
Vita Nova)